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gennaio, 2025

Luigi Serralunga

CategorieCULTURA,MOSTRE E MUSEILuigi SerralungaMuseo Ettore Fico, Via Cigna 1142025mar28gen11:08dom28dic11:08

Quando

28 gennaio 2025 11:08 - 28 dicembre 2025 11:08(GMT+01:00)

Dove

Museo Ettore Fico

Via Cigna 114

Other Events

Dettagli

Luigi Serralunga – Museo Ettore Fico di Torino

Tra Verismo e Simbolismo

a cura di: Andrea Busto
date: dal 28 gennaio al 28 dicembre 2025

Luigi Serralunga nasce a Torino il 26 ottobre 1880, da una famiglia benestante, appartenente alla borghesia torinese e legata all’amministrazione regia. Il ramo paterno della famiglia ha una lunga tradizione d’impiego presso la corte: il bisnonno Giuseppe Dalmazzo Serralunga fu tesoriere per i Savoia tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, mentre il nonno Luigi, cavaliere e avvocato, fu nominato esattore del Ministero delle Finanze reali nell’area di Pinerolo, nonché titolare delle rendite di una rivendita di sali e tabacchi presso Volvera. Il padre Alessandro, impiegato presso la Direzione Opera Pia San Paolo, sposa nel 1878 Adelaide Calcina, già vedova Mogna.

Luigi Serralunga - Museo Ettore Fico di Torino

Luigi Serralunga trascorre la sua infanzia a Torino, nella casa famigliare di via Gioberti 24; nel dicembre 1896, dopo aver compiuto gli studi tecnici, s’iscrive alla Reale Accademia Albertina di Belle Arti, dove frequenta i corsi triennali di architettura, geometria, figura, storia e ornato, partecipando ai concorsi interni indetti dall’Accademia con apprezzabili esiti.
Terminati gli studi preparatori, nell’autunno del 1900 s’iscrive con profitto al corso superiore di pittura, ottenendo la medaglia di rame nel corso di disegno di figura, tenuto dal professor Giacomo Grosso. Tra gli insegnanti dell’Accademia, tra cui figurano anche Piercelestino Gilardi e Odoardo Tabacchi, rispettivamente titolari delle cattedre di pittura e scultura, il pittore Giacomo Grosso, giunto al successo con la prima Biennale di Venezia, è sicuramente il principale riferimento nella formazione dello stile pittorico di Serralunga.
Nel febbraio del 1901 la madre Adele muore improvvisamente. Dopo alcuni mesi di assenza dall’Accademia, Serralunga torna a frequentare le lezioni e ottiene la possibilità di soggiornare a Roma, dove si reca nel 1902 per effettuare studi e rilievi dall’antico.
Gli studi proseguono con profitto: al termine del secondo anno, vince la medaglia d’argento e l’acquisto di un’opera fuori concorso per il valore di 25 lire, così come l’anno successivo, quando gli viene nuovamente attribuita la medaglia d’argento. A ventitre anni, Serralunga conclude positivamente gli studi nel giugno del 1904, aggiudicandosi un assegno di 100 lire, per la prova finale di nudo dal vero.
Nel medesimo anno il pittore inizia a esporre presso la Società Promotrice di Belle Arti, partecipando all’annuale rassegna espositiva per i soci in maniera pressoché ininterrotta fino al 1939, anno precedente la sua morte.
Ventisettenne, sposa la coetanea Carolina Muzio, lasciando la casa paterna per trasferirsi in via Santa Teresa, alle spalle di piazza San Carlo, dove abiterà con la moglie fino alla seconda metà degli anni Dieci. Al termine del primo conflitto mondiale i coniugi Serralunga si trasferiscono infatti in corso Duca di Genova, dove l’artista terrà l’atelier fino alla morte. Oltre all’appartamento in città, dal 1929 i Serralunga acquistano una casa sulla collina di Castiglione Torinese, dove trascorrono il tempo libero e dove il pittore si dedica all’attività venatoria, soggetto ricorrente nelle sue opere pittoriche.

In quegli anni Serralunga partecipa alle esposizioni torinesi della Società Promotrice e alle mostre nazionali della corrispettiva milanese; particolarmente degne di nota risultano essere le partecipazioni alla mostra Tre pittori piemontesi, tenutasi a Milano presso la Galleria La Vinciana nel 1921, e alle Quadriennali torinesi del 1923 e del 1928.
Nello stesso anno la Promotrice ospita una personale dell’artista in cui sono presentate una quindicina di opere tra nature morte e ritratti.
Serralunga è altrettanto presente nelle esposizioni organizzate dalla Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti, in seno al Circolo degli Artisti, e dalla Società Amici dell’Arte, entrambe attive in Torino, come testimoniano le cronache artistiche firmate dalla penna di Emilio Zanzi, critico d’arte della «Gazzetta del Popolo» e corrispondente da Torino per la rivista «Emporium». Nonostante l’avvento del fascismo, Serralunga, socialista convinto, continua a partecipare alle rassegne della Promotrice, che confluiscono nell’Esposizione annuale del Sindacato Fascista di Belle Arti, il cui regolamento, a partire dal 1929, prevede la possibilità di esporre anche per i non tesserati al partito, previo pagamento di una quota di 30 lire.

Serralunga si afferma gradualmente nella florida scena artistica torinese in cui operano personalità del calibro di Lorenzo Delleani, Cesare Saccaggi, Leonardo Bistolfi e Giovanni Guarlotti. Lo stile pittorico di Serralunga, inizialmente legato al gusto fin de siècle della pittura grossiana e ranzoniana, nel corso degli anni assume un’autonomia espressiva che trova i migliori esiti nella ritrattistica, nel nudo, nelle scene di caccia e in alcune nature morte, soggetti resi con una grafia leggera, al limite del non finito (particolarmente evidente sui bordi). La sua poetica incarna i dettami della tradizione tardo-simbolista, contaminata dalle suggestioni provenienti dalla grande stagione della pittura figurativa ottocentesca.
Nei ritratti delle dame e degli esponenti della borghesia cittadina, la luce tersa sottolinea il pallore dell’incarnato mentre la pennellata, dapprima più controllata e suadente e poi più sfrangiata e opaca, regala all’osservatore intensi brani di armonia cromatica e compositiva. Accanto alla produzione artistica, Serralunga apre il proprio studio ai giovani artisti torinesi, che riconoscono in lui un maestro severo e capace: tra essi Mattia Moreni ed Ettore Fico.
Nel 1939, ormai malato, Serralunga partecipa alle selezioni per i premi Sanremo di pittura, prima di abbandonare l’attività artistica e trascorrere gli ultimi mesi nella casa di Castiglione Torinese. Aggravatosi e trasferito in ospedale, Luigi Serralunga muore a Torino il 3 febbraio 1940.

Due anni dopo la sua morte, il Circolo degli Artisti organizza un’esposizione postuma con oltre ottanta dipinti selezionati dagli amici tra le opere presenti nello studio e nelle collezioni private, accompagnata da una commossa presentazione del pittore Guarlotti. Con i proventi della vendita delle opere, la vedova dà vita al Premio Luigi Serralunga, consistente nella somma di 1000 lire assegnata dalla Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti per un’opera di pittura o di scultura esposta per la prima volta alla mostra annuale organizzata dall’ente. Le prime due edizioni vedono vincitori Adriano Alloatti e Michelangelo Monti.
Successivamente alla morte dell’artista, le sue opere sono esposte nelle rassegne annuali Novecento piemontese curate dalla galleria Fogliato, tra le quali occorre segnalare l’Omaggio a Serralunga del 1977, e nelle mostre La pittura a Torino all’inizio del secolo (Torino, Teatro Regio, 1978) e Flower Power (Verbania, Villa Giulia, 2009).
Oltre alle numerose collezioni private, opere di Serralunga sono presenti presso la GAM – Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Museo Civico Palazzo Traversa di Bra, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Pisae un grande nucleo presso il Museo Ettore Fico di Torino.

Il Museo Ettore Fico

Il Museo Ettore Fico è un luogo propulsore di processi positivi di crescita culturale e di aggregazione sociale, in un’ampia visione di accessibilità di spazi e contenuti, in cui scoprire e vivere i linguaggi creativi e artistici.

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