Questo è l’Hamburger. Lo scriviamo con la H maiuscola e lo pronunciamo all’americana (forse dovremmo dire Burger), perchè potrebbe aver successo anche a New York questo franchising tutto torinese che si è sparso a macchia d’olio in città a partire dalla sua prima, piccolissima sede. Inizialmente un botteghino a portar via con due sgabelli e un’odore di idillio, ora una serie di locali con tavoli, sedie e coperti. Se pensate che i panini “spazzatura” delle grandi catene siano anche solo vagamente simili a quelli che trovereste negli States, vi state sbagliando di grosso, e se invece avete già avuto modo di provare la bontà avvolgente di quelli made in US provate questi: troverete finalmente qualcuno all’altezza.
Solo a scriverne ci viene l’acquolina.
Lo speciale della settimana vale sempre un assaggio e il modulo d’ordine che consente di personalizzare completamente il proprio burger è semplice quanto geniale. Forse sarà difficile non selezionare direttamente tutti gli ingredienti posti davanti a questa possibilità, ma questa è un’altra storia.

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