Film per la memoria
CHE RACCONTANO CON LA BELLEZZA L’ORRORE
Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria e in occasione vorremmo consigliare alcuni film che toccano l’argomento in maniera più o meno diretta e che sono semplicemente stupendi, anche se parlano di cose molto brutte.
Il Pianista
Apriamo con questo per chiarire la selezione proposta: film che sono portentosamente belli, indimenticabili, che consiglieresti come film, prima che come testimonianze.
Questo è bellissimo, potente, poetico e disagiante, e vede un Adrien Brody in stato di grazia, sotto la direzione di Roman Polanski, che resta nel cuore.
La Vita è Bella
Meritatissima fonte di orgoglio nazionale e un sapore che sa proprio dei nonni, di ricordi belli, oltre che brutti. Riconosci l’Italia sotto la guerra e l’amore e gli affetti di coloro che ci hanno preceduto. L’umorismo caloroso di Benigni qui è al servizio di una trama poetica dal finale agrodolce. Oscar meritatissimo e film imperdibile.
Train de Vie
Commedia dal gusto tipicamente ebraico (se avete visto The Marvellous Mrs Maisel sapete di cosa parlo), piena di personaggi “macchietta” eppure credibili e di un senso di affetto per tutte le singole stranezze di ogni individuo. Il “treno della vita” è un treno che un paesino di ebrei che scopre dell’avanzata tedesca mette insieme per scampare alla deportazione superando il confine con tanto di finti nazisti (e litigi su chi dovrà vestirne i panni).
Il Concerto
L’argomento giace imprevisto sotto una trama ironica e poetica che in teoria parla di tutt’altro. L’orchestra del Bolshoj decaduta perchè invisa al governo si impossessa dell’invito ufficiale per un concerto importantissimo in Belgio. Parte così in un avventura non priva di occasioni per ridere alla volta di un riscatto artistico ed emotivo. La mente dietro a questo film, tra parentesi, è quella di Radu Mihăileanu, che è anche il creatore di Train De Vie.
Schindler’s List
Il classico per eccellenza. Pietra miliare fotograficamente iconica, emotivamente d’impatto. Spielberg sa come far emozionare e stavolta mette le sue capacità sceniche al servizio di una storia drammatica che già da sola conquista. La bambina col cappotto rosso, che si aggira in un film in bianco e nero, non la si dimentica mai più.
Bastardi Senza Gloria
Tarantino sa come trattare un argomento pesante con un bel po’ di fuochi d’artificio. I suoi Bastardi Senza Gloria sono una banda di vendicatori americani che dà la caccia ai nazisti per disegnargli una svastica in fronte, “cosicchè nessuno dimentichi mai quello che hanno fatto”. I personaggi sono meravigliosamente costruiti, a partire dal nazista nemico numero uno, qui interpretato da un magnifico Christopher Walz. Finisce col un botto, c’è bisogno di dirlo?
JoJo Rabbit
Una commedia tragica dal sapore delicato e dai toni infantili, che segue il giovane ariano Jojo mentre cerca di farsi un posto nella società nazista. Il ritratto di Hitler è parodistico eppure riconoscibilissimo e ricorda molto Il Grande Dittatore (altro classicone fondamentale di Charlie Chaplin) e la trama scivola presto in una crescita dolorosa che porta dai sogni di guerra alla resa dei conti.
Freaks Out
Un blockbuster italiano di immensa bellezza che racconta l’Italia occupata attraverso gli occhi di un gruppo di fenomeni da baraccone: quelli veri, che lavoravano al circo e che ora non sanno dove mettersi. Finiranno per avere un ruolo centrale nello sgominare progetti molto bui, in un crescendo di ritmo e di effetti speciali che non mancherà di intrattenere e di stupire. Anche questo, finisce col botto.
The Reader
Regine da Oscar numero uno: Kate Winslet, qui sotto processo per crimini nazisti. La storia è quella di un’amore illecito tra lei e il giovanissimo Michael, che solo più tardi la ritrova seduta tra gli imputati e accusata di cose che lo sconvolgono. La Winslet offre un’interpretazione incredibile sul rapporto con la colpa di chi si è macchiato di simili azioni e il film indaga un tipo di personaggio in genere stereotipato.
La Scelta di Sophie
Regine da Oscar numero due: Meryl Streep, che con questo ruolo ha preso il suo meritato posto nell’Olimpo nel 1983 e non l’ha più lasciato (come tutti sappiamo). Tratto da un romanzo Premio Pulitzer, affronta “quel che resta dopo”, la vita traumatica dei sopravvissuti che cercano di rimettere insieme i pezzi di esistenze rotte in un mondo che va avanti e fatica a farsi testimone.
Se quello che cercavi erano film di livello, ti consiglio di scoprirne altri QUI.
Se vuoi approfondire il tema della Memoria, non mi resta che consigliarti Primo Levi (che è uno dei miei scrittori preferiti e che ha scritto molte cose bellissime dopo Se Questo è un Uomo, di cui si parla troppo poco) e una passeggiata alla ricerca delle Pietre d’Inciampo:
Le pietre di inciampo di Torino
sono piccoli blocchi di pietra placcati che recitano i nomi e i dati delle persone deportate e in cui può capitare di “inciamparsi” davanti ai portoni della città in cui un tempo vivevano. Nella semplicità del concetto e nella dimensione ridotta sono incredibilmente potenti.
A Torino sono ben 114 ed esiste anche una mappa per trovarle, ma il loro effetto è ben maggiore quando le si trova per caso sotto i propri piedi, mentre si va dal dentista, si suona un citofono o si va a trovare un amico.
Basta guardare in basso.
In Spezzatini parliamo di Torino, del web, di serie, libri, di un po’ di tutto, e lo facciamo in leggerezza, rosolando col burro. Arriva ogni venerdì ed è gratuita per tutti