Lisbona, la città della luce coi suoi colori pazzeschi
e gli angoli cinematografici
Lisbona. Ah, Lisbona, città meravigliosa di cui mi sono innamorata fin dal primo momento in cui vi ho messo piede. Lisbona ha una luce magica che la avvolge e la trasforma quasi in un set cinematografico in ogni suo angolo, dalle stradine piene di tradizione strette, in salita e coloratissime dell’Alfama, alle piazze ariose e spaziose pregne di modernità del centro, ma che mantengono un pizzico di sapore antico.
Lo staff è spesso in trasferta a Lisbona per il Web Summit di novembre (se non sapete di cosa sto parlando, basta cliccare qui e andare a leggere di anneddoti, pasteis e scale), ma Lisbona è una di quelle città in cui il turista può perdersi in una miriade di esperienze, tra casette colorate, panetterie che sfornano dolci caldi e lussuriosi, locali caratteristici in cui assaggiare sapori unici e cantanti che intonano il Fado, la musica popolare tipica del Portogallo che parla di saudade…
Inco mentre scrive questo articolo
Prima volta o decima volta, Lisbona sa stupire, rasserenare ed entusiasmare…
Weekendino português
Se è la vostra prima volta a Lisbona e avete magari pochi giorni, abbiamo alcune tappe obbligate per tornare a casa con la sensazione di aver toccato l’anima di questa città così multiculturale e piena di sfumature. Prima tappa fra tutte è proprio l’Alfama, il quartiere più antico fatto di stradine ripide e strette, casette tutte colorate accoccolate sulle sette colline della città e scale che ti portano in giro. Non c’è un vero itinerario consigliato, anzi, il bello è perdersi e non sapere dove andare. Se avete tempo, raggiungete il Quiosque das Portas do Sol per una vista mozzafiato.
Tante le cose che dovremmo dire e tante le tappe da consigliare, ma nomineremo come secondo il Castello di São Jorge, non lontano dall’Alfama, che si trova per l’appunto sulla collina più alta. Qui c’è forse la mia vista preferita sulla città e la visita è ben spesa anche se volete sapere di più sulla storia di Lisbona: il castello risale infatti all’XI secolo, quando ancora la città era governata dai mori, e da allora ne ha viste di ogni.
Cibo e cosette buone e due dei nostri mega consigli in Alfama: O Beco, per quello che probabilmente è il miglior pasticcio a base di baccalà, crema di formaggio e carote che ho mai assaggiato oltre che certi risotti di pesce in pentola da ricordare per tutta la vita, ma anche Pateo 13, all’aperto se la seratina permette, qui si prepara del pesce grigliato eccellente, ci sono le castagne come snack pre-cenetta in autunno ed il servizio è informale e piacevole.
Se non avete tantissimo tempo, una visita a Belem a comprare quintali e quintali di Pastel de Nata è d’obbligo direi come terza tappa. Dove? All’Antica Pasteleria de Belem, ovviamente. Leggenda narra che lo staff abbia visto in aeroporto persone con intere valigie riempite solo di pasteis (tanto rispetto e stima).
I pasteis sono dei tipici dolcetti portoghesi: fragranti sfoglie ripiene di crema morbidissima cotta e spolverata poi di cannella che si scioglie in bocca. Si dice che la ricetta sia custodita nel monastero accanto alla Pasteleria, dove si pensa furono creati dai monaci… e a proposito, Monastero dos Jerónimos vale di certo la visita.
Un po’ tutta Lisbona è piena di posticini che vendono pasteis de nata, ma se provate quelli a Belem poi non si torna indietro, noi ve lo diciamo. E se siete in zona, fate un salto a vedere la Torre di Belem, che si affaccia sull’estuario del Tago, bellissima e affascinante, uno dei simboli della città.
Infine, non potete non fare una lunga e calma passeggiata nelle vie principali fino a Praça do Comércio e poi sul fiume. Le strade qui diventano ariose e luminosissime, eleganti e placide e vi ritroverete spesso col naso all’insù oppure in ammirazione fascinosa verso i famosi piccoli tram gialli che sferragliano ogni tanto per le strade (un giro sul 28 dal suo capolinea vale tutta l’attesa per salirvi e ci si può sedere, ma attenzione, provare a salirci invece da qualsiasi altra fermata è consigliabile solo ed esclusivamente se per voi non è un problema finire in piedi in mezzo a tanta gente).
IL posticino dove andare a mangiare in zona (guardate quel “il” in maiuscolo) è Floresta das Escadinhas, un localino tipico che si trova su una scalinata con pochi coperti fuori e dentro e che fa un pesce alla griglia da leccarsi i baffi. Vini e prodotti sono tutti locali e il pesce è fresco e cucinato sul momento. Si paga poco ma ci si riempie il piatto e gli occhi. Uno dei nostri top posticini in città!
Lisbona per chi non ha fretta
Se invece non è la vostra prima volta a Lisbona o avete più giorni, ecco che i nostri consigli si ampliano perché aggiungiamo alla lista una visita (e un giro) sull’Elevador de Santa Justa, un vero e proprio ascensore in centro città in stile gotico con elegantissime cabine tutte legno e ottone da cui vedere tutta la città. A due passi da lì la Libreria Bertrand, che abbiamo scoperto essere la più antica del mondo. Persino l’esterno è bellissimo con le pareti ad azulejos, le piastrelle di ceramica blu tipiche portoghesi. Perdetevi tra gli scaffali e tra le pagine dei libri proposti, compresa le sezione di libri in lingua inglese, e non dimenticate di far timbrare i vostri acquisti all’uscita, proprio come si fa alla Shakespeare and Company di Parigi!
Passeggiando potete arrivare anche alla Manteigaria (per fare rifornimento di pastel de nata) o da Castro – Atelier de Pastéis de Nata (sempre per la stessa ragione). Se invece volete puntare su un pranzetto più orientale, Boa-Bao è uno dei nostri orientali preferiti (qui abbiamo mangiato un pad thai che ha ben pochi rivali al mondo). La carta cocktail è creata come fosse un passaporto pieno di timbri, l’atmosfera è davvero curata e particolare ma allo stesso tempo il servizio è semplice e informale.
Non perdete in zona Rossio anche il Convento do Carmo, famosissimo per il suo aspetto. L’accesso è un portale tipicamente gotico, così come la sua architettura, o quello che ne rimane. L’ex convento, infatti, è stato distrutto dal terribile terremoto del 1755 che mandò in rovina buona parte della città ed è tutt’oggi uno scheletro, dal fascino amaro e un po’ cupo. Alzando lo sguardo all’insù noterete che il soffitto non c’è, quasi a voler raggiungere il cielo. Anche di notte svetta in città con le sue pareti e la sua struttura in rovina: uno spettacolo!
Voi a Lisbona dopo aver salito l’ennesima rampa di scale
Arte, scale, ginja e Calatrava
L’abbiamo detto, ma lo ripetiamo: Lisbona è su sette colline, quindi c’è da prepararsi a salire e scendere un sacco di scale, di rampe e salite, soprattutto nella parte vecchia, ma non solo. Preparatevi per cui scarpe belle comode e possibilmente cerotti e cremina per i piedi serale (vi diamo anche il consiglio su dove andare a comprarla)
Altre tappe che vogliamo nominare sono due musei. Il Museo Berardo (MAC/CCB Museum of Contemporary Art/Cultural Center of Belém, che di fatto è un polo museale che unisce due musei), è un’affascinante struttura che ha in esposizione collezioni di arte moderna e contemporanea che ci sono piaciute tantissimo e ci hanno lasciato davvero soddisfatte dalla visita (tra i tanti, troverete anche opere di Picasso, Warhol, Klein, Mirò, Pollock, nonché un bellissimo Mondrian, tra i preferiti di Inco di sempre).
Il MAAT, Museo di Arte, Architettura e Tecnologia, sorge sul fiume e la sua struttura è tra le più tipiche e particolari che troverete per un museo: i visitatori possono infatti camminare sotto, attraverso ma anche sopra l’edificio. La vista al tramonto da queste gradinate è decisamente consigliata.
Ancora, la stazione Oriente, se capitate in zona, è affascinante e di sicuro impatto visivo, poiché ha le architetture tipiche delle opere di Calatrava, con le sue linee bianche che ricordano una cattedrale in pietra. Fu usata per l’Expo del 1998 e adesso è la stazione più importante di Lisbona. Tra parentesi, i treni in città sono di facile utilizzo e funzionano benissimo (e noi ci siamo un po’ affezionate al trenino che dalla stazione Santa Apolónia in Alfama parte verso questa stazione per raggiungere il Web Summit). Proprio all’uscita c’è anche un bel centro commerciale tra l’altro e si arriva anche all’Oceanário di Lisbona, tra i più grandi acquari d’Europa. Noi non ci siamo ancora mai state ma mai dire mai.
Ennesima cosa da fare in città è assaggiare la Ginja, o Ginjinha, il tipico liquore portoghese a base di amarene infuse, rosso e intenso, vi delizierà gli occhi e il palato.
Consigli utili su due piedi da parte dello staff:
- scarpe comode abbiamo detto – ogni viuzza è un gioiellino da scoprire (di solito a caro prezzo dopo 4000 scale)
- nei supermercati “Pingo Doce” trovate street food buonissimo a poco prezzo e delle samosas di carne o di verdura eccezionali
- se affittate appartamenti chiedete sempre quante scale (anche interne) ci sono per arrivarvi e a che piano si trova – spesso i gradini a Lisbona sono alti il doppio di quelli a cui siamo abituati
- anche i pasteis in aeroporto appena atterrate sono buoni
- mai, mai, mai pronunciare le parole “dai però, la strada è pianeggiante…” fino a quando non avete svoltato tutti gli angoli
- provate il pesce grigliato in giro, ma anche olive, gamberi e i pastéis de bacalhau (le crocchette di baccalà portoghesi)
- un giro in Pink Street per l’aperitivo ci può assolutamente stare
- andate a fare scorta di pasteis alla Pasteleria de Belem (sono buoni anche i giorni dopo)
- se ti concentri abbastanza nella ginja puoi vedere l’origine dell’universo
- procuratevi assolutamente un peluche a forma di sardina e scatolette variopinte di sardine
Per concludere…
… Lisbona è una città che riesce ad emozionarmi ogni volta e ogni volta per motivi diversi. Quando atterro penso sempre che dovrei trasferirmici, poi però mi dico che è bello ritrovarla ogni tanto. Le lascio sempre il mio cuore (forse è lì tutt’ora) in attesa di salutarla di nuovo. Ha una luce quasi surreale che si riflette sul fiume e regala a tutte le architetture della città un’atmosfera onirica e frizzantina e io non posso fare altro che dirle: até a próxima vez!
Testo di Incoronata Galietti
Immagini CC0 Public Domain
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