Napule è mille culure… e mille sfogliatelle
Quanti babà e quante sfogliatelle e quante pizze riuscirete a mangiare?
Napoli. Città dalla gastronomia intensa, dalla bellezza tradizionale e mai timida e dalle mille contraddizioni. Sono arrivata in aereo con Wizz Air da Torino e ho fatto una toccata e fuga di due giorni, ma ciò non mi ha impedito di provare posti, scoprire pizze e sfogliatelle e andare a guardare cose bellissime, e ve ne voglio parlare.
Appena atterrata ho sgranato gli occhi meravigliata. Dalla pista il Vesuvio si vede chiaro chiaro ed era la prima volta che lo vedevo. Ho preso poi l’Alibus che dall’aeroporto vi lascia in stazione centrale dopo una ventina di minuti. Dalla stazione con la metro ci si può spostare facilmente verso tutte le zone più centrali. Il biglietto si fa facilmente alle macchinette degli arrivi e anche la fermata è subito fuori e facile da trovare.
Atterri a Napoli e che cosa fai, secondo voi?
Obviously yes, sono andata alla ricerca di una sfogliatella calda. Mi dirigo in particolare verso il Forno Attanasio, un forno tradizionale che sforna sfogliatelle a tutte le ore e te le serve calde in tovagliolino, pronte da addentare. Ne ho mangiata una che era la fine del mondo, riccia, calda, con la ricotta scioglievole e croccantissima.
Sono rimasta però sorpresa dalla strada per arrivare al forno, che distava forse 2 minuti dalla stazione (era davvero molto vicino). Era metà pomeriggio, c’era la luce del sole, eppure io non mi sono sentita molto al sicuro e a mio agio, come donna che viaggiava da sola. Sapete che in questo sito si parla sempre molto chiaramente e sempre lo faremo, per cui il consiglio è di andarci di giorno, evitare la zona negli orari poco frequentati, soprattutto se siete soli o sole. Sfogliatella però fantastica.
Dopo i bisogni primari (ovvero dopo la sfogliatella)
Se avete poco tempo, sappiate che con la metro si arriva facilmente in tutti i punti centrali ed è comodissima e mai stracolma (ma perché i napoletani non usano abbastanza la metro? Non capisco… ma giuro che in una mattina di giorno lavorativo alle 8 la fermata Duomo era deserta… ovviamente io abituata ai nostri vagoni minuscoli di Torino strapieni ero scioccata).
Napoli è però piacevolmente visitabile anche a piedi e tutto si raggiunge abbastanza agevolmente. Le distanze tra i punti clou della città non sono enormi. Se avete pochissimo tempo a disposizione ho due consigli flash per voi!
Cenetta tradizionale: la tradizione, il caos, la gente che balla e canta e fa casino, Gigi D’Alessio che parte ogni due per tre, e la pasta patate e provola più spaziale che io abbia mai assaggiato. Dove? Da Nennella. L’avrete forse sentito nominare, ma non è un consiglio scontato, vi assicuro.
Per entrare bisogna lasciare il proprio nominativo al tipetto fuori che poi vi chiamerà tramite microfono (e già da qui si dovrebbe capire lo spirito del locale). Non accettano prenotazioni, nossignore, dovete farvi chiamare al microfono. Appena seduti capirete subito che se amate la quiete il posto non fa per voi, ma credetemi, il menu vale la candela.
Se state immaginando questo, ebbene si.
La pasta patate e provola che ho mangiato nel loro menu la ricorderò per sempre, filante, calda e squisita. Io ci ho fatto addirittura la scarpetta col pane. Il menu comprende varie opzioni tra cui scegliere ma è scioccante quanto poco costi un primo con secondo e contorno più pane e acqua, ovvero circa 15 euro. Ho scelto come secondo le polpette al ragù di casa e come contorno i friarielli napoletani in padella. Tutto era magnifico, il servizio è rapido e cortese e se volete potete alzarvi e cantare e ballare con lo staff! Ho apprezzato però che se invece non volete essere infastiditi, il servizio non è molesto, pur essendo, per forza di cose e come descritto finora, molto presente! E si mangia da dio, l’ho già detto?
Da lì, prendere via Toledo per una bella passeggiatina digestiva è un attimo, arrivando in Piazza del Plebiscito di notte, tranquilla e caratteristica, fino al lungomare e Castel dell’Ovo. Io ho adorato la passeggiatina rilassante e la vista, col Vesuvio che svettava più nero della notte e contro le luci della città illuminata sulla collina.
Dove alloggiare: io ho soggiornato in un appartamento carinissimo trovato su Booking (Corso Umberto 153), che vi linko in caso, che non mi è costato nemmeno tantissimo, ha parecchio spazio, cucina, salotto con divano e persino un terrazzino. Forse il bagno è un po’ sacrificato ma la doccia è ampia e comoda quindi davvero ottimo! E la posizione era di certo super, tra due fermate metro, quella Duomo e quella Università, e praticamente a due passi dalle vie principali.
Se avete qualche ora in più
(ovviamente si continua a mangiare)
Al mattino prima di dirigermi verso l’impegno che avevo, ho deciso di fare un salto da Scaturchio, direttamente al lato della stazione, nella food hall. Il babà era magico, morbido e spugnoso, impregnato di rum, ma non tanto da risultare noioso, come a volte può essere questo dolce se fatto non proprio ad arte. In più non aspettatevi dei babà piccini e innocenti, no no. Qui il babà è una cosa seria, così come sono serie le sue dimensioni (è grande quanto una mano).
Nonostante non sia centrale, sono stata a pranzo da Nonna Tittina, un locale molto carino e scelto anche dai lavoratori del quartiere di Poggioreale (la zona nuova di Napoli piena di palazzi e grattacieli, il Centro Direzionale). Ho mangiato molto bene (di sicuro la pasta della casa è approvata ma ha anche buon menu e proposte a base pesce niente male) e la focaccia coi pomodorini che è arrivata al tavolo era una squisitezza!
Qui ho trovato un servizio gentilissimo e simpatico, oltre che una cucina tradizionale e di casa. Se siete in zona, decisamente consigliato!
Ma adesso veniamo ad una delle cose più pazzesche che ho visto a Napoli e in generale nella mia vita, ovvero il Cristo Velato. Per entrare nel Museo Cappella Sansevero bisogna prenotare (e con largo anticipo, altrimenti non troverete posto), ma vi assicuro che ne vale la pena a manetta.
La cappella fu progettata da Raimondo di Sangro, che è nato, indovinate un po’, a Torremaggiore (è un mio compaesano ma io non lo sapevo). Innanzitutto la cappella è bellissima e scenografica, ma è ciò che troverete al centro a togliere il respiro. Si tratta di una statua di Giuseppe Sanmartino, tutta in marmo, raffigurante appunto il Cristo sotto a un velo, un sudario semitrasparente, realizzato però nello stesso blocco di marmo della statua.
Di fatto è un mistero come sia possibile che questa statua sia così precisa in ogni suo dettaglio, come se ci fosse un velo reale su un corpo che quasi sembra respirare. Se si presta attenzione si riesce a vedere addirittura una vena gonfia sulla fronte e i segni dei chiodi della crocifissione su mani e piedi sotto al velo. Ricordo di essere rimasta così ammaliata solo davanti all’Estasi di Santa Teresa del Bernini.
Da lì siete praticamente dentro Spaccanapoli. Qui troverete il quartiere più antico della città, pieno di stradine strette e colorate, bancarelle di libri e cose usate e una certa aria che mi ha ricordato un po’ Lisbona… ah Lisbona, ti cerco ovunque…
Ma veniamo a noi…la pizza
Ora, io sono stata a Napoli in pratica due giorni (e mi sono impegnata abbastanza a livello gastronomico eh), ma non sono riuscita purtroppo ad assaggiare la famosa pizza fritta, anche se sono piena di consigli per voi arrivati diretti da amici e conoscenti napoletani.
Però la pizza l’ho mangiata… e che pizza. Da Evo 50, in pieno centro storico, un’esperienza se vogliamo opposta a quella di Nennella, descritta poco più su. Qui l’atmosfera è calma, rilassata e calda, con un arredamento un po’ industrial moderno ma con tocchi della tradizione, proprio come la cucina. Il servizio è gentilissimo, la musica a volume giusto per godersi anche una chiacchierata in compagnia.
E ho mangiato come antipasto la frittatina di pasta napoletana che era squisita, croccante e saporita. E poi… dulcis in fundo, una pizza bianca con stracciata, datterini gialli e datterini rossi che ad ogni morso volevo andare dal cameriere piangendo e ringraziandolo di esistere.
Caffè, trasporti e consiglietti
Sul caffè di Napoli io ho un appunto: sto per dire un qualcosa che potrebbe far arrabbiare tante persone, ma spero che mi perdonerete. Come detto sopra, qui troverete solo sincerità. Avevo grandi, grandi aspettative sul caffè a Napoli, qualcosa per cui Napoli è famosa in realtà nel mondo. Il caffè di Napoli a me non è piaciuto granché. Ora, io sono pugliese e in Puglia abbiamo un ottimo caffè. Inoltre vivo a Torino, e pure a Torino il caffè è buono praticamente quasi ovunque. Sarà per questo, sarà per quello, sarà che ho avuto pochi giorni e quindi ho provato pochi bar. Però ecco… se avete caffè buoni da segnalare a Napoli scrivetemi, perché sono pronta a ricredermi!
Un consiglio sul caffè in realtà mi è arrivato, dopo esserci stata però, quindi dovrò provarlo prossima volta che ci vado, ed è il caffè da Caffè Mexico in via Scarlatti.
Per quanto riguarda i trasporti, segnalo che a Napoli c’è Uber, che non costa nemmeno tantissimo ed è comodo per gli spostamenti decisi sul momento o magari notturni. Io mi sono mossa principalmente a piedi o con i mezzi cittadini e mi sono trovata molto bene sia con autobus che con la metro.
E se parliamo di metro…
…altra cosa bellissima che dovete vedere è la fermata metro Toledo. Non si perde molto tempo, anche perché potete scendere (o salire) direttamente a questa fermata per arrivare nella centrale via Toledo, ma vi assicuro che è uno spettacolo per gli occhi. Si tratta di una delle fermate di metropolitana più famose e più belle al mondo e quando ci si ritrova davanti a questa meraviglia si resta per un attimo incantati.
Il progetto è dell’architetto catalano Oscar Tusquets. Un grande lucernario convoglia la luce nell’ambiente sottostante che è a tema mare, mentre nel piano interrato si possono vedere anche i resti della cinta muraria di età aragonese. Questa stazione non è solo esteticametne stupenda ma anche un grande progetto ingegneristico: per costruirla infatti è servito un tunnel profondo 40 metri sotto il suolo. Insomma, è talmente bella che una visita la devi fare per forza!
Infine, altri consiglietti che mi sono arrivati ma che non ho potuto visitare per mancanza di tempo:
- L’antica pizzeria da Michele per una pizza da ricordare
- Sorbillo e la pizza fritta
- l’interno del Duomo di Napoli
- il Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina Madre, che solo a vedere le foto online davvero sto saltando sulla sedia
- rosticceria Luise, dove prendere anche da asporto crocché, pizze fritte e medaglioni di patate
- Poppella per il “fiocco di neve” napoletano, altra cosa che non sono riuscita a provare
- Chalet Ciro per le graffe, direttamente su via Toledo per le vostre passeggiatine
Insomma… come diceva Pino Daniele…
Napule è mille culture
(Napule è mille paure)
Napule è nu sole amaro
(Napule è addore e’ mare)
Napule è na’ carta sporca
(E nisciuno se ne importa)
Napule è na’ camminata
(Int’ e viche miezo all’ate)
Testo di Incoronata Galietti
Immagini: CC0 Public Domain, Incoronata Galietti
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