Cosa fai a Capodanno?
La risposta è semplice. Perché cosa vuoi che si faccia a Capodanno?
Si muore. Male.
Eccola. La domanda delle domande. Quella che nessuno vuole sentire ma che tanto lo sai, si, lo sai che arriva puntuale come un orologio svizzero appena aggiustato dopo che è stato colpito da una martellata (si, quella che vorresti tu in testa per non affrontare la verità – e la verità è che anche quest’anno è arrivato quel momento dell’anno). Oltre al natale (e qui regalo un’opinione precisa di cosa voglia dire per me affrontare il natale), c’è anche questa tragedia.
Se stai leggendo questo articolo probabilmente, anzi no, sicuramente questa domanda ti è stata già fatta, posta innumerevoli volte come innumerevoli sono ormai le volte in cui avresti voluto piuttosto una doccia di napalm in una discarica abusiva.
COSA. FAI. A. CAPODANNO.
Ecco. L’abbiamo detto.
Ma perché è così importante la serata di Capodanno? E perché odiamo la domanda?
Pare che ci sia una sorta di ansia da prestazione nel dover passare a tutti i costi la serata bomba della nostra vita il 31 dicembre.
Questo ad ogni Capodanno. Di ogni anno.
E capite bene che anche se riuscissimo veramente ad organizzare la serata della vita, questo non può per forza di cose capitare ogni anno. Ma allo stesso tempo ci ostiniamo nel tentativo. E il risultato ovviamente è condito da olio, sale e origano misto a ansia, frustrazione e panico generale. Che poi sono tre parole che descrivono perfettamente questa serata e il periodo delle feste natalizie.
Ma parliamone dunque e partiamo dalle parole chiave per questa tragedia vera.
Il cenone
Ecco che organizzare il cenone di capodanno è più complicato che preparare il pranzo della domenica per la regina Elisabetta perché punto uno non bisogna deludere i parenti o chi s’aspetta ovviamente la lasagna, la parmigiana, la pasta al ragù e le cose zozze ma allo stesso tempo bisogna tentare di rendere chic e raffinata l’ultima serata dell’anno, no?
Perché bisogna finire in bellezza il meraviglioso anno passato e raggiungere vette di piacere per l’anno che è in arrivo. E dunque eccola, la nostra monoporzione di spaghetti alla carbonara con sette chili di guanciale accompagnata da un fresco calice di bollicine (il primo di una lunga serie).
Chiaramente quando lo zio arriva al terzo calice, ci sembra il caso di mettere nero su bianco che nessuno, e ripeto, nessuno è più responsabile di cosa verrà detto e fatto alla tavolata.
Ed è qui, alla “tavolata” che arriviamo al punto numero due.
I giochi di carte
Tra una “mini”porzione e l’altra ovviamente che si fa a Capodanno? E che si fa, se non il mestiere più antico del mondo. E no, non è assolutamente ciò che state pensando. O meglio, non solo (se volete indossare intimo rosso e darvi da fare nel capanno in giardino non lo diremo a nessuno). Ma, oltre alle partite di scopone in giardino, ci sono anche le maxi partite a carte. E per partite a carte non intendiamo di certo delle innocue giocate a settebello, sette e mezzo e “ciuccia” (lo conoscete questo gioco o è un puglia edition?).
Comunque no. Non sono affatto “innocue” partitine piene di risate. Qui i giocatori iniziano a malmenarsi a colpi di fendenti con regine e assi pur di accaparrarsi gli spiccioli del loro vicino di tavolo. Il sangue agli occhi, la bava alla bocca, mentre sputacchi panettone e pandoro e ci tieni a sottolineare che no, il punto è il tuo.
Perché tu vuoi vincere.
Perché è la fine dell’anno e in quest’anno di merda non hai ancora vinto un ca**o e almeno questa partita, si, la vincerai.
E comunque perdi.
Le lenticchie
Ah, le tradizioni, come dimenticarle le tradizioni. Ce ne sono tante che potrei nominare e alcune le ho già accennate. Una di queste è assolutamente quella di rovinare un pentolone enorme di lenticchie immergendo al loro interno del cotechino che tanto nessuno mangerà per poi continuare a ripetersi come un mantra mentre una zia o una nonna benintenzionata ti versa un mestolone delle suddette in un piatto di plastica che si, queste lenticchie ti svolteranno la vita.
Perché le lenticchie portano il cash, i soldoni, i picci, la riccanza. Questo in verità si dice. Questo in verità non è accaduto mai, almeno non a chi vi scrive. Eppure oh, ogni anno siamo pronti, quando ormai stiamo traboccando di insalate di pesce, polpo arrosto, melanzane fritte, a infilarci a forza bocconi di lenticchie giù per la gola mentre i parenti attorno a te in cerchio fanno il tifo e applaudono a te, eroe, che ancora riesci a buttar giù qualcosa. E loro non sanno, no, che la forza che ti sospinge non è l’amore per le tradizioni, ma la disperazione dopo aver dato un’occhiata al conto corrente e aver pensato che anche se tu a ‘ste cose non ci credi, ma in fondo facciamolo sto tentativo và.
Ma poi finisci sempre abbracciato alla tazza del cesso. Di solito verso le quattro di notte, quando lo zio sta ancora togliendo gli ultimi spicci ai nipoti a suon di colpi di carte.
(Mi dicono che a Torino i piemontesi hanno tradizioni leggermente differenti, ma sono sicura che il livello di disagio raggiunto sia più o meno simile).
Gigi D’Alessio
Il pezzetto su Gigi era d’obbligo. Perché, se nel corso dell’anno non sapete nemmeno dove sia stato rinchiuso, ecco che la notte di Capodanno lui è ovunque. Ovunque.
Tu giri canale in tv e lui è lì, accendi la radio e non si sa perché sta cantando, spegni la tv e tuo nonno mugugna “le domeniche d’agosto…..”.
Gigi c’è. Gigi c’è insomma.
Perché vuoi che Gigi non ci sia per la serata più emozionante dell’anno, quella in cui lasciamo il vecchio anno per l’appunto per abbracciare pieni di buoni propositi e amore quello nuovo che sicuramente, sicuramente sarà peggio del precedente ma almeno puoi ancora convincerti che no, non sarà così.
E dunque, eccoti, in buona compagnia, sul divano di casa, mentre amici e parenti canticchiano con Gigi mezzi brilli e tu fissi un albero di natale luccicoso con sguardo vacuo (se sia dovuto a Gigi o all’alcool tu questo non te lo chiedi però).
E sarà che in fondo a Capodanno siamo tutti più buoni – o quello era natale? E sarà che tanto quest’anno un po’ siamo felici che sia finito (e ce lo diciamo ogni anno mentendo spudoratamente a noi stessi su quanto sarà migliore il prossimo). E sarà che invece tutto sommato lo sai che il prossimo non sarà affatto migliore e dunque tanto vale farli sti buoni propositi che nessuno mantiene mai oltre più o meno il 28 gennaio.
Fatto sta…
….che ci piace il Capodanno. Ci piace festeggiarlo. Ci piace il conto alla rovescia.
10. E magari in fondo ci piace pure la partita a scopone mentre perdiamo gli spicci che ci sarebbero serviti per il caffè alle macchinette tornati a lavoro.
9. E forse ci piace che i parenti continuino a chiacchierare ubriachi perché almeno così sono sopportabili.
8. Mi spingo a dire che tutto sommato mentre ci infiliamo un cucchiaio di lenticchie in bocca sentiamo persino un po’ di speranza nel cuore.
7. Ovviamente la speranza è presto distrutta dal nipotino che fa le storie su Instagram mentre vanta il nuovo petardo ultra mega che sparerà alla mezza e tu sei là che hai paura della tua stellina filante luminosa.
6. Ma in fondo in fondo lo vogliamo davvero lasciare quest’anno? Insomma, sai cosa lasci ma non sai cosa trovi, no?
5. Qui la tua mente si svuota. Dovresti pensare a cose serie, importanti, speranze, sogni, ti dici in preghiera quasi. Ti prego, madonna cervello, fammi pensare a un buon proposito decente prima della mezzanotte, ti prego…
4. Perché riesco solo a pensare che mi fa male la pancia e ho già bevuto troppo spumante?
3. Porca miseria, hanno iniziato già a sparare sbagliando il conteggio. E qui ti ricordi che oddio, dovresti scrivere ad amici, parenti e colleghi di lavoro per augurargli il buon anno. Ma sei solo annichilita dallo spumante e dal disagio verso la vita.
2. I parenti iniziano ad abbracciarti urlando e tu non capisci perché, non è nemmeno arrivato il nuovo anno e una banda di babbuini urlanti ti sta già strattonando.
1. Ormai non hai più i timpani e i propositi che ti eri ripromesso di fare non ti sono mai venuti in mente.
E bum. Sei nel nuovo anno.
Buon Capodanno!
Almeno anche quest’anno ce la siamo tolta, ‘sta nottata.
E l’unica cosa che ti arriva in testa…è Gigi.
“Le domeniche d’agosto…”
Testo di Incoronata Galietti
Immagini CCO Public Domain, grafiche Canva
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