San Valentino, pressioni sociali, prenotazioni, qualcosa alla American Psycho.
San Valentino per oggi ha questa faccia qua:
San Valentino, quello vero, l’originale che ha fatto da martire un bel 14 febbraio qualsiasi, non ci aveva pensato a cosa avrebbe scatenato a livello mondiale.
Per carità, era più preoccupato della sua condanna a morte, MAPPERò.
Lo sappiamo tutti che a San Valentino l’essenziale è avere un piano, che tu abiti a Torino, Milano o Roma (o, se è per questo, anche nei paesini sperduti di montagna)
San Valentino arriva OVUNQUE.
Perché è un santo, mica qualcosa di LOCAL –come si usa dire nel marketing di oggi– e, quindi, ha il super potere di mettervi l’ansia più o meno ovunque voi vi troviate.
Ah. Precisazione: non è che se sei single o fidanzato fa poi così tanta differenza.
Altra cosa che sappiamo su San Valentino? Se sei solo, ti senti in dovere di fare qualcosa di estremamente trasgressivo – declinazioni preferite:
a)Io me ne sto sotto il piumone e mi imbottisco di Pop corn al caramello+Sex and the City
b)Vado per locali a vomitare con gli amici
c)Mi piazzo con un gruppazzo di figone al tavolo di un bar e aspetto -la fine, Godot, un miracolo-
d) Varie ed eventuali
Se hai una dolce metà invece, è molto probabile che, in questo momento, tu sia attaccato alla pagina di Google e stia digitando “COSA FARE A SAN VALENTINO A TORINO” –or pick a place–
Cosa fare a San Valentino a Torino:
Ho controllato rapidamente al link che dovreste cliccare –sta lì, sul titolo, niente trucco e niente inganno– e ce ne sono un sacco di cose da fare. Un sacco proprio. Tra cui, se volete, andare per i musei pagando solo un biglietto invece che due ecc ecc.
Cose culturali. Amore e cultura. Wow.
Personalmente, una volta sono stata portata fuori in una buonissima pizzeria che sta dalla parte meno famosa di Piazza Vittorio e che si chiama AD HOC –se ci cliccate sopra vi potete fare un po’ un’idea– –ci stanno diabolik e consorte sui muri–
Madonna che roba buona. E i tipi erano pure simpatici. E c’era qualche menu speciale per gli innamorati –e se non siete innamorati chi se ne frega, mentire un giorno all’anno non sarà mica una tragedia–
San Valentino: how to survive
Ma, secondo voi, se fosse stata davvero un’opzione –la sopravvivenza, intendo– quel povero cristiano di San Valentino, non se ne sarebbe andato a magnarsi le lasagne?
Invece c’è rimasto stecchito con sta storia della festa degli innamorati.
Per cui, mi pare il minimo nei suoi confronti, patirle un po’ queste 24 ore fatte di aspettative. Lagnamoci, magari litighiamo un po’ perché il fidanzato ci ha deluso anche questo giro, oppure deprimiamoci alla Bridget Jones.
Poi passa. Tipo influenza.
Buon San Valentino
In Spezzatini parliamo di Torino, del web, di serie, libri, di un po’ di tutto, e lo facciamo in leggerezza, rosolando col burro. Arriva ogni venerdì ed è gratuita per tutti