Ah, l’estate a Torino… il sole, il cielo azzurro, le ragazze in pantaloncini… l’afa…
l’allarme ambientale…
Diciamoci la verità: decidere di nascere, crescere e abitare nella Pianura Padana è una scelta o un destino poco felice a riguardo: l’inversione termica a cui questa zona è soggetta è un fatto sul quale è difficile fare la differenza. Lo smog, la cappa, sono parte di questo incantevole luogo in cui abbiamo deciso di proliferare.
Detto questo, non significa che non si possa fare qualcosa di concreto per l’ambiente (vicino e lontano) di cui facciamo parte e che su di noi si ripercuote.
Quotidianamente infatti effettuiamo una serie di azioni di cui sottovalutiamo l’impatto e che nel loro piccolo, se fatto da molte persone, farebbero una grande differenza sull’inquinamento atmosferico e del pianeta.
Partiamo dall’ovvio: riciclare i rifiuti
Ma quel che sembra ovvio non lo è. Quante volte abbiamo difficoltà a sapere dove buttare una confezione o se le sue componenti vadano divise, cosa fare di un prodotto esausto o come disfarsi di mobili e vecchi pc?
In nostro aiuto viene junker, l’app che consente di capire come smaltire ogni prodotto dotato di codice a barre soltanto inquadrandone la confezione. Oltre a questo, segnala “punti di economia circolare” ovvero in cui portare le cose ancora in buono stato, e aiuta a tener traccia dei passaggi di raccolta differenziata e dei luoghi in cui smaltire i rifiuti ingombranti, le batterie e simili. Ha anche un’area dedicata alla segnalazione di punti di interesse non ancora presenti e di situazioni di degrado come rifiuti abbandonati o cassonetti in sovraccarico.
Così gestire i propri scarti sarà più semplice e anche accorgersi prima dell’acquisto della riciclabilità delle confezioni diventa questione di un secondo.
Ridurre la quantità stessa di rifiuti, però, è un passo ben più fondamentale e di cui si sopravvaluta la difficoltà.
Che sbatti! No?
Ma in realtà “educarsi” a questo tipo di scelta è semplice e può essere graduale e portare la soddisfazione di prendersi cura di sé stessi e degli altri con ogni piccolo gesto che si compie all’interno della giornata. In questi tempi frenetici è difficile trovare il tempo di provare queste sensazioni e questa è un’occasione pratica e funzionale che intanto impatterà a livello globale e locale sulla tua stessa salute. Pronti?
Step 1: inizia con il differenziare (bene)
e analizza quello che butti
In che senso analizzare quello che butti?
Niente paura: non intendiamo invitarti a scavare nell’immondizia. Intendiamo dire che già solo accorgendoti di quanti e quali prodotti non consentano la differenziata per pura e semplice conformazione del packaging ti farà venire voglia di far caso a quello che compri quando vai al supermercato. Non solo, ma ti accorgerai di quali dei tuoi acquisti sono particolarmente inquinanti nei tuoi consumi (quasi sicuramente ci saranno pile e pile di bottiglie di plastica, in grado di invaderti la cucina in una settimana, ma magari anche di cibo, che pur non essendo inquinante direttamente ha richiesto energia e per essere prodotto e in generale è un peccato buttare considerato quante persone faticano a permettersi di mangiare tutti i giorni anche senza andare lontano).
Step 2: adatta i tuoi consumi alle conclusioni fatte
Per esempio, prova a scoprire nuovi modi di fare la spesa, come i mercati o i negozi alla spina, l’acqua gratuita distribuita dalla smat o i progetti per l’acqua minerale come wami water. Mai valutato l’acqua in vetro a rendere? Costa di più, ma neanche quanto pensi – e fanno loro le scale al posto tuo con tutte le casse! Mica male. Sappi anche che la nostra acqua è assolutamente potabile e che ognuno decide su cosa e quanto operare compromessi, ma tutti possono sicuramente scegliere di adattarsi in qualche modo per ridurre il proprio impatto ambientale senza enormi sacrifici.
Step 3: riciclo non è riutilizzo
Considera, in generale, che lo spreco di qualsiasi cosa e in ultimo di energia è il primo fattore di inquinamento del mondo. La produzione eccessiva di prodotti che spesso finiscono per essere inceneriti come rifiuti senza mai essere stati acquistati, mangiati, indossati, utilizzati, ha del demenziale oltre che dello sconcertante.
Mai visto le statistiche?
Quindi: oltre all’acquistare meglio, spesso sarebbe meglio acquistare meno. A cominciare dal chilo di frutta che butti via ogni settimana, per finire con la fast-fashion che è anche basta su sfruttamento umano e in genere prodotta con materiali estremamente inquinanti perché sintetici e con metodi e processi privi di scrupoli in ogni senso.
A proposito di sprechi: conosci già togoogtogo?
Rivaluta il riutilizzo
Il vintage, la roba di seconda mano e lo scambio: per i tuoi acquisti e anche per i tuoi “rifiuti”. Siamo sicuri che lo siano? O qualcun altro mangerebbe, indosserebbe, userebbe quello di cui ti stai disfando?
La città è piena di progetti e di modi per dare una seconda vita a quello che in realtà non è necessariamente da buttare, a cominciare dalle mense popolari, dalle raccolte parrocchiali di vestiti, giocattoli e libri usati…
I mercatini dell’usato sono ottimi posti in cui fare affari sia come compratori che come venditori; Humana raccoglie vestiti usati per finanziare progetti di aiuto nel terzo mondo; al Cottolengo e al Sermig raccolgono beni di ogni tipo e persino l’ecocentro ha un mercatino a cui si possono lasciare gli oggetti ancora in buono stato.
Puoi regalare i libri alle biblioteche, alle associazioni (che spesso sono interessate anche a prodotti di tecnologia anche apparentemente obsoleti)… Puoi fare semplicemente un’opera di bene o averne in cambio persino un ritorno economico: perché mai buttare quello che ancora è utilizzabile?
Tuttavia, diciamoci la verità: per quanto riguarda lo smog locale le auto sono ancora il primo fattore inquinante.
Come ridurre le emissioni?
Ridurre l’uso della macchina quando possibile sarebbe quindi una scelta responsabile (sì, ci rendiamo conto che non è semplice per tutti e che la GTT non è priva di carenze di cui tenere conto, ma è la combo delle alternative che garantisce uno stile di vita sereno anche senza macchina o con un suo uso molto limitato).
Ecco la tripletta:
Bici
Specie col bel tempo, la bici è non solo il mezzo più ecologico ma uno dei più economici e ti tiene anche in forma, mentre pedali. Negli ultimi anni le piste ciclabili sono state implementate e collegate in modo da spostarsi in maniera davvero efficace senza troppo mescolarsi col traffico e le occasioni di bike sharing sono tante ed estremamente diffuse. Vale un tentativo, no? Via con la tintarella e il sole sulla faccia!
Naturalmente anche l’opzione passeggiata è valida se il tratto di strada che dovete fare è sufficientemente corto e se si mette in rapporto la comodità di non dover aspettare i mezzi né dipendere da nessuno, litigare con gli altri automobilisti negli ingorghi e cercare parcheggio, l’appetibilità e la convenienza di questi metodi anche in termini di tempo iniziano a farsi preponderanti.
Questa opzione è anche un salva vita eccezionale nelle giornate di sciopero dei mezzi, di maratone e manifestazioni che tagliano in due la città e di domeniche ecologiche. Questo da solo vale la pena di imparare a padroneggiare i pedali.
I pedali, abbiamo detto!
Don’t try this at home
Mezzi
Anche se ci sono alcune lacune specialmente serali e nel weekend che potrebbero essere decisamente migliorate, i mezzi di Torino sono in realtà mediamente funzionali e soprattutto se usati con intelligenza tramite app (in modo da raggiungere la fermata per tempo in base al passaggio controllato in precedenza) ed sms. Il semplice google maps è ottimo per controllare i passaggi alle fermate cliccandoci sopra e MaTO è la nostra applicazione preferita per calcolare percorsi e tempistiche avendo in verde i passaggi confermati in tempo reale. Se però non siete particolarmente tecnologici o volete comunque fare la prova del nove, potete memorizzare nel telefono il recapito della gtt e i numeri di fermata che frequentate più spesso per chiedere gli orari dei passaggi (quelli confermati sono contrassegnati da asterisco) via sms.
Vedrete che in questo modo ridurrete drasticamente i tempi di attesa in fermata e le volte che il vostro tram vi passa davanti proprio mentre stavate attraversando la strada. Anche chi vi aspetta alla fine del percorso ne gioverà e in definitiva la vostra esperienza con i mezzi guadagnerà in qualità notevolmente.
Che stregoneria è mai questa
PS: per chi usa i mezzi regolarmente l’alternativa più pratica ed economica é indubbiamente l’abbonamento; ma potete dare un’occhiata anche alle formule per utilizzi saltuari come Tour, Daily, Multidaily e Multicity.
Ricordatevi che i biglietti sono acquistabili dai tabaccai, ma anche in metropolitana e a qualsiasi parchimetro, nonché su app direttamente e su alcuni tram (come il 4) persino a bordo senza tariffe aggiunte!
Car-sharing
Capita a tutti di dover portare pesi, tornare di notte, colmare un ritardo e in definitiva usare la macchina. Sappiate però che le alternative di car-sharing sono tante e che specie utilizzando più di un servizio le probabilità di trovare un’auto comoda nei paraggi si alzano drasticamente. Pro aggiuntivi: queste auto possono circolare durante le domeniche ecologiche e i giorni di traffico limitato, parcheggiano ovunque senza costi nella zona blu (ma non nei parcheggi sotterranei), sgravano l’autista da costi di assicurazione, bollo, manutenzione e benzina. Non male: ce n’è abbastanza da considerare di non acquistare un auto salvo ne abbiate realmente bisogno con costanza. L’iscrizione è in gran parte gratuita e anche per chi è già in possesso di un auto il loro uso può essere interessante in alcuni casi (l’enjoy, per esempio, noleggia anche furgoncini che possono rivelarsi utili per traslochi leggeri o trasporti pesanti), perciò iscriversi può sempre essere una buona idea…
Soprattutto in tempi di allerta smog e di riduzione del traffico.
E a proposito di traffico: le moto elettriche di MiMoto sono un’ottima alternativa per farsi strada negli ingorghi e inquinare il meno possibile! Per gli studenti universitari c’è una promozione veramente interessante e anche i pacchetti di noleggio consentono di spendere veramente poco.
Ma anche i consumi
Riscaldamenti, dispositivi, elettrodomestici…
Alcune scelte semplici come non mettere al massimo il riscaldamento o l’aria condizionata se riesco a stare in maglietta in casa, spegnere il wifi durante la notte, ottimizzare le lavatrici e sprecare meno acqua e detersivi inquinanti sono compromessi davvero minimi a fronte di un impatto ben più importante di quel che si possa pensare.
Occorre valutare in sostanza lo spreco di prodotti e di energia come una cosa che va oltre il consumo di casa: tutto viene generato e poi smaltito con ulteriore spreco di risorse e il fatto che non vediamo il processo a volte ci fa dimenticare che la vita dei prodotti e lo spreco dei consumi iniziano prima e finiscono dopo le nostre scelte, ma non sono indipendenti da queste.
Che ne dite, accettate la sfida?
Pianura padana o no, possiamo fare di meglio (e gli strumenti ci sono!).
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